Parco dei Nebrodi
I Nebrodi rappresentano la principale catena montuosa siciliana, la cui dorsale corre da Messina sino alle cime delle Madonie, con i Peloritani ad est e le Madonie ad ovest, costituiscono l’Appennino siculo. Istituito nel 1993 il Parco dei Nebrodi, ricomprende le più importanti ed estese formazioni boschive presenti in Sicilia. Gli elementi che più fortemente caratterizzano il paesaggio naturale sono la dissimmetria dei vari versanti, la diversità di modellazione dei rilievi, la ricchissima vegetazione ed i numerosi ambienti umidi.
La Zonizzazione: Il parco è suddiviso in 4 zone, nelle quali operano particolari divieti e limitazioni, funzionali alla conservazione e, quindi, alla valorizzazione delle risorse che costituiscono il patrimonio dell’area protetta. Principio informatore del regolamento, infatti, è il concetto di capacità portante, il quale definisce il limite oltre il quale la risorsa utilizzata nello svolgimento di una attività viene gravemente compromessa. Pertanto, la conservazione, motivo fondamentale dell’istituzione del parco, si realizza in senso dinamico, grazie a tutti quegli interventi volti all’uso compatibile delle risorse, ed è finalizzata alla valorizzazione delle risorse stesse.
La zona A (di riserva integrale) è estesa per 24.546,513 ettari e comprende i sistemi boscati alle quote più alte (cerrete e faggete), le uniche stazioni siciliane di Tasso (Taxus baccata), alcuni affioramenti rocciosi (Rocche del Crasto) e le zone umide d’alta quota. In tale zona è consentito, oltre che l’escursionismo a piedi ed a cavallo ed il traffico motorizzato sulle strade esistenti, esercitare il pascolo, proseguire le attività agricole e silvocolturali ed effettuare sul patrimonio edilizio interventi di manutenzione, di restauro e di risanamento conservativo.
La zona B (di riserva generale) è estesa per 47.058,921 ettari ed include le rimanenti formazioni boscate (soprattutto sugherete) ed ampie aree pascolative.
La zona C (di protezione) si estende per 604,82 ettari e ricomprende nove aree, strategicamente ripartite sul territorio, in cui sono ammesse le attività rivolte al raggiungimento di importanti finalità del parco, quale, ad esempio, la realizzazione di strutture turistico-ricettive e culturali.
La zona D (di controllo), estesa per 13.648,578 ettari, è la zona di preparco. Essa costituisce, infatti, la fascia esterna dell’area protetta e consente il passaggio graduale nelle zone a maggior valenza naturalistica.
Il Territorio: Una superficie di oltre 85.000 ettari ingloba il territorio 24 comuni, 19 in provincia di Messina (Acquedolci, Alcara Li Fusi, Capizzi, Caronia, Cesarò, Floresta, Galati Mamertino, Longi, Militello Rosmarino, Mistretta, Raccuja, Sant’Agata Militello, Santa Domenica Vittoria, San Fratello, San Marco d’Alunzio, Santo Stefano di Camastra, San Teodoro, Tortorici, Ucria), 3 in provincia di Catania (Bronte, Maniace, Randazzo), 2 in provincia di Enna (Cerami, Troina).
La Vegetazione: Gli arabi definirono i Nebrodi “un’isola nell’isola”: ricchi boschi suggestivi, ampi verdi pascoli d’alta quota, silenziosi laghi e torrenti fluenti contrastano con l’immagine più comune di una Sicilia arida ed arsa dal sole. Nel salire di quota, lasciata la costa, è possibile riconoscere subito precisi piani vegetazionali, in dipendenza non solo della distribuzione altitudinale, ma anche in funzione di singolari fattori fisici che, unitamente alla temperatura ed alle abbondanti precipitazioni piovose e nevose, determinano propizie situazioni ecologiche. Il piano mediterraneo (dal livello del mare fino ai 600-800 metri) è caratterizzato dalla tipica macchia mediterranea sempreverde l’Euforbia, il Mirto, il Lentisco, la Ginestra e dove si riconoscono elementi arborei a foglie strette quali il Corbezzolo, la Sughera, il Leccio.
Superati gli 800 metri di quota e fino ai 1200-1400 metri s.l.m., si passa al piano supramediterraneo, espressione delle querce di caducifoglie. Molte le specie presenti la Roverella, la Rovere. Molto diffuso è il Cerro che diventa dominante nelle aree più fresche.
Oltre i 1200-1400 metri di altitudine, piano montano-mediterraneo, si trovano le faggete, splendide formazioni boschive che coprono tutto il crinale dei Nebrodi per più di 10.000 ettari e caratterizzano ambienti di grande valore naturalistico e paesaggistico. Alle quote più elevate il Faggio vive quasi in purezza: sono presenti solo rari esemplari di Acero montano, Acero campestre e Frassino. Tra le specie del sottobosco, oltre all’Agrifoglio, al Pungitopo, al Biancospino ed alla Daphne e il Tasso.
La Fauna: Grazie alla sua alta varietà ambientale, il Parco dei Nebrodi ospita comunità faunistiche ricche e complesse: numerosi i piccoli mammiferi, i rettili e gli anfibi, ingenti le specie di uccelli nidificanti e di passo, eccezionale il numero di invertebrati. Tra i primi si ricordano l’lstrice (Hystrix cristata), il Gatto selvatico (Felis sylvestris) e la Martora (Martes martes), specie molto rarefatte; tra i rettili la Testuggine comune (Testudo hermanni) ed, in particolare, la Testuggine palustre (Emys orbicularis); tra gli anfibi, infine, il Discoglosso (Discoglossus pictus) e la Rana verde minore (Rana esculenta). Sui Nebrodi sono state classificate circa 150 specie di uccelli, tra le quali alcuni endemismi di grande interesse come la Cincia bigia di Sicilia (Parus palustris siculus) ed il Codibugnolo di Sicilia (Aegithalos caudatus siculus). Le zone aperte ai margini dei boschi offrono ospitalità a molti rapaci come la Poiana (Buteo buteo), il Gheppio (Falco tinnunculus), il Lanario (Falco biarmicus), il Nibbio reale (Milvus milvus) ed il Falco pellegrino (Falco peregrinus), mentre le zone rocciose aspre e fessurate delle Rocche del Crasto sono il regno dell’Aquila reale (Aquila chrysaetos). Il Tuffetto (Podiceps ruficollis), la Folaga (Fulica atra), la Ballerina gialla (Motacilla cinerea), il Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus) ed il Martin pescatore (Alcedo atthis) preferiscono le zone umide, mentre nelle aree pascolative non è difficile avvistare la ormai rara Coturnice di Sicilia (Alectoris graeca whitakeri), I’inconfondibile ciuffo erettile dell’Upupa (Upupa epops) ed il volo potente del Corvo imperiale (Corvus corax). Tra l’avifauna di passo meritano di essere citati il Cavaliere d’ltalia (Himantopus himantopus) e l’Airone cinerino (Ardea cinerea). Ricchissima è, la fauna di invertebrati. Alcuni esemplari vivono ancora allo stato brado, come il suino nero dei Nebrodi ed il cavallo Sanfratellano. Il grifone dei Nebrodi (Gyps fulvus), avvoltoio estinto a causa dei bocconi avvelenati disseminati sul territorio e destinati alle volpi, grazie ad un progetto portato avanti dall’ente Parco è stato possibile fare insediare una colonia di grifoni nella zona delle Rocche del Crasto.
Maniace nel Parco: Maniace rappresenta la porta naturale di accesso al “Parco dei Nebrodi”, situato nel versante sud-est dell’area protetta. Il rigoglioso anfiteatro naturale abbraccia le sue contrade arricchite dalla vitalità dei corsi d’acqua che, dai monti, copiosi, scendono a valle.
Il Punto informativo di Maniace presso la Proloco di Maniace quale sede decentrata dell’Ente Parco dei Nebrodi, ha svolto, un ruolo di grande importanza per marcare la presenza del Parco sul territorio in termini di informazione, animazione e di attività di ed educazione ambientale. Da molti anni, infatti, le attività informative, didattiche, divulgative e promozionali del Parco trovano nella sede della Proloco di Maniace un importante supporto operativo è punto di riferimento per i fruitori del Parco dal versante della Valle del Simeto. Oggi il nostro ufficio turistico è un punto di riferimento per turisti, studenti e appassionati. Un patrimonio di tutti al servizio del territorio e del turista. Un servizio reso in maniera continuativa che rafforza il concetto e l’importanza dell’azione della Pro Loco di Maniace e del Parco dei Nebrodi sul territorio che nei fatti rappresentano il primo punto di contatto per i turisti.